Operazione "GREENZONE"

Evento organizzato dagli S.W.G. 😎🤙


Data:
04\10\2020

Località: Baghdad, North Sector

 

Sit.Rep.:

A seguito di numerosi attentati terroristici via uomo-bomba il governo americano ha deciso di intervenire per “garantire la sicurezza”. Un informatore ha reso note importanti informazioni classificate riguardanti probabili ordigni e materiale fissile in un piccolo villaggio a nord di Baghdad.

Viene richiesto l’intervento di forze NATO sotto la direzione U.S.A. per verificarne l’attendibilità.

Op.Ord.:

I nostri ordini sono di ricognire l’intera area operativa per trovare ordigni o materiale radioattivo.

Inoltre è necessario catturare l’H.V.T. AL-RAWI (codename “MAGELLANO”) che sappiamo essere confermato in zona probabilmente a svolgere attività lavorative.

 

Op.For.:

Sappiamo che la milizia irachena locale ha dei traffici insieme ai terroristi, il che fa di loro una minaccia e da considerarsi ostili.

Movimentazione di mezzi ruotati in A.O. confermata, autorizzazione ad ingaggio.

Prevalentemente armi di medio calibro, forse due tecniche.

 

A.O.:

L’area operativa si estende sul versante sud di una montagna, da quota 1400 a quota 1860 s.l.m.

Sono presenti diversi edifici in muratura e alcuni in pietra. Quasi tutti utilizzabili e su più piani.

 

Esecuzione:

La fazione U.S.A. è composta da 5 team differenti, a noi viene assegnato il ruolo di OP.COM.

Decidiamo di dividere la nostra squadra in due, tre operatori si muoveranno come team R.A.O. e due rimarranno a gestire la fazione.

 

Questo è il debriefing del team R.A.O. dei Lupi del Moncenisio:

Arriviamo in HQ presto al mattino, pronti per iniziare l’operazione. Sta albeggiando e da subito capiamo che sarà un bell’evento.

 

Dopo aver analizzato l’A.O. nei giorni precedenti abbiamo deciso di iniziare portandoci subito in alto. Prima di partire facciamo un check generale di attrezzatura e coordinate insieme per verificare che torni tutto e via.

 

Appena data la “luce verde” all’operazione ci muoviamo verso sud salendo di circa 200 metri di quota e portandoci in una zona relativamente tranquilla e coperta per continuare l’avvicinamento al primo edificio da verificare. L’intenzione è quella di arrivare sempre dall’alto o tenendo lo stesso livello sui vari obj in quanto siamo solo in tre e non sappiamo cosa potremmo trovare. Vogliamo avere il vantaggio della quota per poterlo sfruttare per fare osservazione o anche volessimo ritirarci vedendo troppi ostili in zona.

La salita è faticosa ma il paesaggio è stupendo. Fortunatamente facciamo diverse pause e riusciamo a fare anche delle belle fotografie all’ambiente.

 

Il primo edificio obbiettivo è una casa in pietra non servita da alcun sentiero, il terreno ci è favorevole e appena siamo a un’ottantina di metri ci apriamo portando un uomo più in alto mentre io e il medico proseguiamo in curva.

L’approccio è adeguato, non vediamo ostili quindi procediamo con cautela. Subito notiamo una apertura che dà su un seminterrato, lascio un uomo a coprirlo mentre io e l’altro procediamo alla pulizia delle altre stanze al piano terra.

Tutto libero, lo scout si muove oltre all’edificio per verificare che non arrivi qualcuno mentre lavoriamo e io torno dal medico per controllare anche il seminterrato che risulta libero.

Dopo una verifica preliminare dello stabile non rileviamo alcun obj sensibile, proprio mentre sto per comunicare a Op.Com. l’informazione lo scout rinviene una specie di ordigno.

 

 

Non lo tocchiamo e ne stiamo il più lontani possibile, sembra un IED ma non è agganciato a nessun cavo di inciampo o simili. Facciamo foto e trasmettiamo coordinate a Op.Com. che ci conferma sia un obj da recuperare e portare in seguito in HQ per un esame più approfondito. Tiriamo fuori il kit N.B.C.R. necessario al suo trasporto e lo mettiamo così in sicurezza.

Dopo un nuovo contatto con Op.Com. proseguiamo con la nostra missione.

Il prossimo edificio obbiettivo si trova un km più a ovest e più in alto di circa 250 metri. Ci incamminiamo in direzione sud ovest per rimanere il più occultati possibile e saliamo virando fin sopra di esso. Stabiliamo un P.O.A. al di sopra della coordinata e subito rileviamo attività Op.For.

Da una prima occhiata sembra addirittura un HQ e siamo entusiasti, rimaniamo ad osservare qualche minuto gli operatori che vi camminano intorno ma ci rendiamo conto sia solamente un parcheggio, poco male. Dalla cartina su questa coordinata avrebbe dovuto esserci un edificio ma comunque se ci sono i mezzi Op.For. il loro HQ non può essere lontano.

Decidiamo di spostarci ancora più a ovest per raggiungere un altro compound da verificare quindi ci muoviamo. Il punto è localizzato in mezzo ad una radura che scende fino a valle. Decidiamo di muoverci divisi già da un centinaio di metri prima in maniera da coprire una maggiore area e cercare di capire se sia presidiato o meno. Nel caso lo fosse sarebbe inutile un approccio di attacco diretto, mapperemo e, nel caso, chiameremo supporto.

Dopo qualche minuto appostati osservando quello che sembrano solo rovine e non presidiate decidiamo di andare a fare un check per possibili obj. Nulla in zona.

Sentiamo il comando per farci autorizzare a scendere un poco di quota alla ricerca dell’HQ dei proprietari dei veicoli scoperti precedentemente. Luce verde, in caso di avvistamento abbiamo autorizzazione a demolire.

Scendiamo all’incirca di 200 metri e finalmente davanti a noi vediamo una bindella.

Ci congeliamo e proviamo a fare osservazione con la nikon, troppa vegetazione, decidiamo di approcciare “di arroganza”. Siamo premiati, davanti a noi si trovano la polveriera e il punto medico avanzato di una fazione Op.For., poco più avanti l’HQ della milizia Irachena.

Demoliamo tutto.

Proprio mentre finiamo di minare la posizione dell’HQ (trovato non presidiato) sentiamo voci in arrivo dalla strada a nord.

Incrociamo dei colpiti che venivano a medicarsi (…ops…) e altri operatori di scorta, sebbene le condizioni di ingaggio sembrino a nostro favore decido di scappare e non farci abbattere (non sapendo il numero effettivo di operatori abili al combattimento di quelli che stavano arrivando) visto il buon lavoro svolto finora.

Corriamo via e raggiungiamo un punto sicuro per aggiornare Op.Com. e ricevere nuove istruzioni su come procedere.

Veniamo informati che l’incontro con l’agente infiltrato tra i terroristi è stato fruttuoso, MAGELLANO è in A.O.

Ci vengono fornite tre possibili aree in cui potremmo trovarlo, quella più ad ovest viene assegnata ad un altro team che già si trovava nelle vicinanze, le altre due le spartiamo noi e un team D.A.

Inizia una caccia all’uomo vera e propria. MAGELLANO indossa abiti civili, viaggia con una scorta ma non sappiamo altro.

Lentamente iniziamo a scendere verso l’area di ricerca. Non sappiamo bene come faremo in tre a operare la cattura e la promessa di supporto da parte di un altro team non mi conforta (essendo logisticamente difficile raggiungerci visto che siamo molto al di dietro del fronte che si è creato tra le unità U.S.A. e i miliziani che continuano a contendersi un compound in centro alla A.O.).

Passano i minuti e davanti a noi vediamo degli operatori in nero, ci buttiamo a terra immediatamente. Il terreno non consente coperture, tutti alberi ad alto fusto quindi ci si vede molto bene e anche distante. Non sappiamo se siamo stati visti o meno, strisciamo prendendo appiglio tattico sugli alberi davanti a noi. Rimaniamo congelati ad osservare, i tango sono operatori C.I.A., li riconosciamo dal setup.

Sembrano tranquilli ma abbiamo il sospetto stiano facendo finta per fare da diversivo ad un unità distaccata. Mi metto a coprire il lato ovest, lo scout è in centro e il medico rimasto indietro si sgancia per procedere da est.

Decidiamo che andrà come dovrà andare. Attacchiamo per primi. Lo scout tira i primi colpi e fa un tango down, io corro a sinistra per coprire il piccolo impluvio dal quale potrebbe spuntare qualcuno ma lo trovo libero e mi rivolgo verso l’ingaggio, avendo preso ormai un angolo più efficace di tiro. Sparo qualche colpo, il medico da destra è intanto avanzato e fa un altro tango down. Avanziamo cattivissimi continuando a tirare verso gli Op.For. che indietreggiano lasciando a terra i primi due caduti. Creiamo una zona sicura attorno ai due tango colpiti e mentre il medico continua l’ingaggio verso i due che sono ormai a limite di tiro io e lo scout catturiamo e portiamo più a monte il T.L. della squadra abbattuta. Lo perquisiamo e rinveniamo una cartina con tutte le informazioni sensibili del nemico.

Un ottimo lavoro.

 

 

Lasciamo i caduti ostili e ci sganciamo guardinghi, non abbiamo più in vista i due che sono fuggiti e temiamo ci tenderanno un agguato a breve.

Invece nulla, proseguiamo in discesa fino al livello della strada principale. L’area che ci interessa è subito oltre ad essa, si tratta di una radura, un piccolo edificio sul lato sud e un fossato profondo a ovest. Lasciamo il medico coperto in posizione sopraelevata alla strada per coprirci da arrivi imprevisti, io e lo scout andiamo.

Prendo il lato del fossato mentre lui si pone a est, siamo coperti e aspettiamo che “qualcosa si muova”. Ipotizzo arriverà qualcuno scortato ma nulla accade.

Dopo poco sento dei rumori alla mia sinistra, arriva qualcuno dalla strada adiacente al fosso in cui mi trovo. Prendo posizione e osservo, si tratta di un piccolo contingente C.I.A., circa 4\5 operatori, MAGELLANO non è tra essi. Si avvicinano e se mi muovessi mi vedrebbero di certo. Decido di sparare qualche colpo e sganciarmi per riorganizzarci al punto di fuga.

Tiro una rafficata e si tuffano a terra, ne approfitto per correre via insieme allo scout raggiungendo una posizione sicura. Da qui il delirio.

L’unità a cui ho tirato rimane congelata li, bloccando il nostro movimento, da sopra sentiamo un pesante conflitto tra il nostro team di supporto e gli Op.For., da ovest nulla, decidiamo di sganciarci, tanto in tre su quel punto non avremmo potuto fare nulla e MAGELLANO non si è visto. Tentiamo con l’altra area, si trova a nord ovest, circa 400 metri in linea d’aria. Ci muoviamo. L’avvicinamento è cauto, si tratta dell’arrivo di una cabinovia dismessa. Un largo edificio che corre da sud a nord, arriviamo dall’alto ma non vediamo MAGELLANO, ne auto con scorta. Diamo un check all’interno dell’edificio ma è vuoto. Proseguiamo oltre e finalmente ecco il veicolo!

Abbiamo vantaggio tattico, vorremmo procedere con più cautela ma il rumore di una portiera ci allarma, MAGELLANO se ne sta andando via!

Iniziamo il conflitto con una cattiveria pari a prima, lo scout tira giù un tango a ridosso dell’auto, io corro a sinistra mentre il medico raddoppia. Il secondo tango viene abbattuto e il terzo lo tiro giù io da sinistra mentre si fa scudo del veicolo sparando verso il medico. La scorta sembra abbattuta. Velocemente il medico perquisisce il veicolo mentre lo scout da un occhiata attorno, io estraggo MAGELLANO. Lo perquisiamo subito rinvenendo un arma corta, gli facciamo capire immediatamente che abbiamo intenzioni amichevoli e siamo li per portarlo in una zona sicura dove potrà parlare con qualcuno.

 

Lo scortiamo in direzione del nostro HQ, da subito percepiamo il pericolo di portarlo con noi. Non è collaborativo, ci rallenta ma la minaccia di un colpo sulle rotule lo convince a rilassarsi e tenere il nostro passo. Intanto un operatore del nostro team (tornando da un'altra missione) si aggancia alla nostra scorta rinfornandoci.

Facciamo parlare MAGELLANO via telefono con linea riservata con il nostro capofazione, mentre continuiamo a muoverci. Riusciamo ad ottenere un accordo, la sua libertà in cambio di una informazione verificata riguardo un deposito di armi nucleari.

Sentiamo tango in avvicinamento, devono averci seguiti. Inizia un conflitto epico.

Il medico tiene impegnati gli ostili da dietro, io e lo scout quelli frontali e da sopra il quarto uomo. I tango sono tanti e decisi a fermarci, siamo troppo distanti dall’HQ e capiamo di non avere speranze. L’informazione va trasmessa e lo facciamo di corsa. Appena inviato a Op.Com. la foto del punto indicato da Al-Rawi un colpo ferisce lo scout e me. Abbiamo venduto cara la pelle e l’informazione è trasmessa.

 

 

Un grande film.

Morti bene, esfiltriamo.

 

Mohicano

Lupi del Moncenisio